Al panda piace lo shiatsu (e la torta di mele) !

Mentre sto scrivendo mangio la torta di mele più buona del mondo, ma di questo parlerò dopo. Questa volta vi voglio raccontare del Panda. Ama i dolci, dorme sul futon e adora farsi trattare e coccolare da me. È nato in Cina, proprio come lo shiatsu. Già, ma cos’è questo ‘shiatsu’? Non ha a che fare col sushi né tanto meno con lo shatush. È una tecnica manuale nata in Cina e sviluppata successivamente in Giappone. L’operatore utilizza il proprio corpo (palmo, pollice, gomito..) ed effettua delle pressioni sul corpo del ricevente secondo una tecnica ben precisa allo scopo di ristabilire l’equilibrio sia a livello fisico che mentale. La parola ‘shiatsu’ ultimamente viene spesso abusata e usata a sproposito: massaggi in spiaggia, poltrone magiche, centri massaggio orientali di dubbia professionalità, miracolose promesse di dimagrimento e chi più ne ha più ne metta. Lo shiatsu non è questo. Lo shiatsu è prima di tutto contatto. È il contatto del corpo dell’operatore con quello della persona che riceve il trattamento (ecco,sì..trattamento, non massaggio) ma è anche e soprattutto il contatto che avviene con noi stessi. È ascoltarsi. È sentire che esistiamo, che siamo fatti di carne e ossa ma non solo, che questo corpo che abbiamo è vivo e comunica tante cose di noi, cose che già sappiamo e cose che abbiamo sempre ignorato. Lo shiatsu aiuta a conoscersi.

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(ph Roberta Celoni)

 

Spesso la richiesta iniziale di una persona riguarda un problema a livello fisico e quello che mi si richiede è l’estinzione del dolore ma poi, proseguendo il percorso di trattamenti la persona si rende conto che quello che sta provando è un benessere generale che comprende sì il corpo ma anche la mente. Capita a volte che le persone mi dicano che ho dei poteri magici da renderle più forti, più positive o anche solo da non farle ammalare come invece avviene solitamente ogni anno. No, non ho superpoteri questo è lo shiatsu. Io sostengo ciò che è già presente in ogni individuo.


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(ph Roberta Celoni)

 

Ognuno ha la sua storia, non esiste uno shiatsu standard che valga per tutti. Il trattamento è sempre mirato a te, a quello che mi racconti di te e ai tuoi riporti settimanali. E gradualmente, osservando e percependo ciò che succede, il percorso di shiatsu nasce si evolve si colora e diventa molto più che una cura su un dolore localizzato.
Lo shiatsu non ha niente di sanitario, non si vuole sostituire alla medicina occidentale che conosciamo. Lo shiatsu può semplicemente essere un valido sostegno che accompagna la persona nella vita quotidiana. È un tenersi per mano mentre si cammina.


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(ph Roberta Celoni)

 

A proposito di shiatsu e del mondo sconfinato in cui vive, io la mia collega (nonché mia testimone di nozze) Laura Martini abbiamo organizzato un corso di quattro lezioni a Maggio a Firenze dove spiegheremo queste e tante altre cose e dove potrete fare una vera e propria esperienza di shiatsu. Se siete interessati in questa immagine trovate tutte le informazioni che vi servono.

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E ora…. la ricetta della torta di mele più buona del mondo! (pensare che vedendola avevo storto il naso perché a me piacciono le “torte morbide”.. che sciocca!)

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Lascio la penna al Pirata.

“Crostata di mele”

Impastare 300 grammi di farina con 100 di zucchero a velo e 100 di burro: aggiungere un uovo intero e due rossi, fino a ottenere un impasto liscio che si mette poi in frigo nella pellicola per un’ora.
Prendere sei mele e sbucciarne cinque, da tagliare a fette sottili: progressivamente metterle in una ciotola con il succo di mezzo limone e quattro cucchiai di zucchero. Girare bene perché si macerino un poco.
Accendere il forno a 180 gradi. Riprendere la pasta e tirarne un disco spesso 5 millimetri, che si metterà in una tortiera da crostata a bordi bassi. Riempirla con strati di mela disposti a raggiera. Una volta fatto uno strato cospargere con un cucchiaio di zucchero e fiocchetti di burro (eventualmente anche burro salato). In genere bastano due o tre strati. Per l’ultimo lavare bene la sesta mela e tagliarla senza sbucciarla, per poi disporre le fettine sul resto delle mele. Chiudere con un cucchiaio di zucchero e infornare per un’ora.
Questa crostata ha due particolarità: il profumo, intenso e delicato, e l’equilibrio tra la pasta non troppo zuccherata e le mele cotte molto dolci, equilibrio ancora più particolare se si usa il burro salato.

E buon appetito!

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Soundtrack: Be Ok. Ingrid Michaelson